Il debito pubblico è il fattore che condiziona le scelte di politica economica che toccano poi la vita dei cittadini. Se in Italia occorre contenere la spesa sociale, e allo stesso tempo non è così facile ridurre il prelievo fiscale, dipende in buona parte dal debito pubblico che si è accumulato in passato e per il quale il nostro Paese continua a pagare sostanziosi interessi, anche in un periodo in cui per fortuna i tassi a livello internazionale sono ancora eccezionalmente bassi.
Può essere quindi interessante ricordare in quali anni e sotto quali governi si è formato questo macigno, che oggi tocca i 2.200 miliardi di euro in valore assoluto e si pone ben al di sopra del 130 per cento in rapporto al prodotto interno lordo (Pil). Su www.irpef.info/debito.html è stata appena aggiornata la tabella che racconta proprio la storia del debito pubblico dal 1970 a oggi e comprende ora le ultime revisioni apportate da Banca d’Italia e Istat, rispettivamente ai valori del debito stesso e a quelli del Pil.
I numeri naturalmente vanno letti con qualche cautela. Può fare impressione l’incremento assoluto del debito (dai 13 miliardi di euro del 1970 ad oggi risulta moltiplicato per 170) ma bisogna ricordare, come si vede nella tabella stessa, che per oltre un decennio l’Italia ha avuto un’inflazione a due cifre. Mentre se guardiamo il 1995, anno in cui l’incidenza del debito sul Pil è scesa bruscamente invertendo la rotta, l’apparente svolta è determinata sì dalla forte crescita nominale effettiva (aumento del prodotto e inflazione) ma anche dall’incremento solo statistico del Pil: il 1995 è infatti il primo anno per cui l’Istat ha operato retrospettivamente una revisione al rialzo.
In rapporto al Pil, la crescita del debito si è intensificata all’inizio degli anni 80, quando dopo il cosiddetto "divorzio" tra Tesoro e Banca d’Italia (Via Nazionale ha smesso di acquistare i titoli di Stato invenduti in asta) i governi hanno continuato ad accumulare giganteschi disavanzi di bilancio. La corsa si è fermata intorno alla metà del decennio successivo e il rapporto debito/Pil è sceso per molti anni fino a riportarsi sotto il 100 per cento nel 2007, all’immediata vigilia della grande crisi. Da allora sono stati nove anni di incremento ininterrotto, compreso il 2016 per il quale è atteso un 132,8 per cento. Le scelte del passato, a volte in buona fede a volte meno, pesano sul presente e sul futuro.