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Detrazioni IRPEF: cosa sono e come funzionano

Scritto da Redazione il 27 febbraio 2025

Cosa sono le detrazioni IRPEF? Dagli sgravi su redditi e familiari a carico, fino agli sconti sulle spese sostenute, le regole per capire come funzionano

Detrazioni IRPEF: cosa sono e come funzionano

Le detrazioni IRPEF consentono di ridurre l’imposta lorda dovuta dal contribuente.

Due le tipologie di detrazioni: quelle spettante sui redditi da lavoro e sui carichi familiari, e quelle riconosciute invece sulla base delle spese sostenute.

In tutti i casi l’obiettivo è ridurre il peso dell’imposta dovuta sui redditi da lavoro. Accanto alle aliquote (e agli oneri deducibili) le detrazioni sono quindi uno dei principali fattori che modellano la struttura effettiva dell’imposta.

Vediamo come funzionano.

Detrazioni IRPEF: per cosa spettano

Le detrazioni possono essere classificate in due grandi categorie: quelle che spettano in virtù del reddito da lavoro percepito oppure della situazione familiare, e quelle che invece sono legate a spese effettivamente sostenute.

Nel primo gruppo rientrano le detrazioni per redditi di lavoro dipendente, di pensione, di lavoro autonomo o di impresa in contabilità semplificata e quelle per carichi di famiglia.

Nel secondo una molteplicità di detrazioni calcolate in percentuale della spesa, tra cui quelle per il recupero del patrimonio edilizio e per il risparmio energetico, e quelle del 19 e del 26 per cento per una serie di finalità (spese mediche, mutui e così via).

Detrazioni IRPEF sui redditi da lavoro e per i familiari a carico

Nella prima categoria di detrazioni rientrano quelle spettanti sulla base dei redditi percepiti o tenuto conto della composizione del nucleo familiare.

Per quel che riguarda i lavoratori dipendenti, è riconosciuta una detrazione pari a un massimo di 1.955 euro. È attribuita integralmente ai titolari di redditi fino a 15.000 euro, mentre diminuisce per i redditi superiori fino ad azzerarsi una volta raggiunta la soglia di 50.000 euro di reddito.

REDDITO COMPLESSIVOMISURA DELLA DETRAZIONE
Reddito complessivo non superiore a 15.000 euro 1.955 euro (in ogni caso non inferiore a 690 euro, se a tempo determinato, a 1.380 euro)
Reddito complessivo superiore ai 15.000 euro e fino a 28.000 euro 1.910 + 1.190 x
28.000-reddito complessivo)/13.000
Reddito complessivo superiore a 28.000 euro e fino a 50.000 euro 1.910 x
50.000 reddito complessivo)/22.000
Reddito complessivo superiore a 50.000 euro Nessuna detrazione
  • L’importo della detrazione va aumentato di 65 euro per i redditi complessivi superiori a 25.000 euro e fino a 35.000 euro.

Per gli autonomi invece, la detrazione sui redditi da lavoro è pari a 1.265 euro fino alla soglia di 5.500 euro, per poi ridursi fino ad azzerarsi una volta superata la soglia di 50.000 euro.

Ulteriori agevolazioni sono riconosciute per i familiari a carico. Per i figli, dal 2025 la detrazione pari ad un massimo di 950 euro spetta dai 21 fino al compimento dei 30 anni di età.

Sono inoltre riconosciute specifiche detrazioni anche per il coniuge e per gli ascendenti a carico, secondo le regole specifiche delineate dall’articolo 12 del TUIR.

Quali sono le principali detrazioni IRPEF

Alle detrazioni sui redditi e sui carichi di famiglia si aggiungono quelle per gli oneri sostenuti.

Alcune spese, come quelle sostenute per motivi di salute, per l’istruzione o per la ristrutturazione della propria abitazione, consentono di beneficiare di una detrazione fiscale dal valore variabile.

A titolo di esempio, la detrazione delle spese sanitarie consente di beneficiare di un rimborso pari al 19 per cento dell’onere sostenuto, così come per le spese scolastiche (entro un limite annuo che, dal 2025, è pari a 1.000 euro per ciascun alunno o studente).

A seconda della tipologia di lavori effettuati, la detrazione spettante in caso di ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche sugli immobili è pari al 36 per cento, al 50 per cento o al 65 per cento.

Le principali detrazioni IRPEF interessano questi oneri:

  • Spese mediche;
  • Spese di istruzione;
  • Spese per interessi legati ai mutui per l’acquisto o la costruzione e ristrutturazione dell’abitazione principale;
  • Spese per la riqualificazione edilizia e il risparmio energetico;
  • Spese di intermediazione immobiliare;
  • Spese relative ai canoni d’affitto;
  • Spese per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici in caso di ristrutturazione.

Si tratta di un elenco a titolo esemplificativo, e non esaustivo, dei costi per i quali è possibile beneficiare del rimborso IRPEF. Per tutti i dettagli si consiglia di consultare le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate per la compilazione del modello 730 o del modello Redditi.

In che tempi possono essere fruite le detrazioni?

Le detrazioni si riferiscono allo stesso anno fiscale per il quale si percepisce un reddito e di conseguenza viene pagata l’imposta.

Quindi la condizione che dà diritto alla detrazione (appunto la percezione di un certo reddito, la presenza di un familiare a carico, la spesa sostenuta) deve verificarsi in quell’anno solare; per le spese si applica il principio di cassa e quindi vale la data in cui sono state effettivamente sostenute.

Questo principio in generale viene applicato nel meccanismo della dichiarazione dei redditi, per cui in un certo anno si dichiarano i redditi di quello precedente, applicando le detrazioni e versando l’imposta.

Ad esempio, nelle dichiarazioni del 2024 sono state inserite le spese sostenute nel 2023, per le quali sono state calcolate le relative detrazioni.

Tuttavia nel caso di lavoratori dipendenti e pensionati le relative detrazioni specifiche (e su richiesta anche quelle per carichi di famiglia) vengono di solito applicate mese per mese dal sostituto d’imposta (datore di lavoro o ente previdenziale) e quindi fruite nello stesso anno, salvo conguaglio a dicembre o nella successiva dichiarazione.

Inoltre alcune detrazioni come quelle per il recupero del patrimonio edilizio o il risparmio energetico vengono fruite in più anni (cinque o dieci) dopo quello in cui la spesa è stata sostenuta.

Come agiscono le detrazioni?

Le detrazioni possono essere in misura fissa oppure decrescente al crescere del reddito.

Ad esempio viene riconosciuta una detrazione pari al 19 per cento della spesa sostenuta per gli interessi passivi dei mutuo fino a ad un massimo di 4.000 euro: quindi dall’imposta possono essere detratti fino a 760 euro (ovvero appunto 4.000*0,19).

In che modo le detrazioni contribuiscono alla progressività dell’imposta?

Se le detrazioni sono decrescenti al crescere del reddito, come quelle per lavoro o pensione o per carichi familiari, un incremento di reddito provoca, oltre all’eventuale passaggio allo scaglione superiore e quindi a un’aliquota più alta, anche la riduzione dell’importo della detrazione stessa e di conseguenza l’aumento dell’imposta netta.

Anche per questo motivo chi guadagna di più ha una maggiore incidenza percentuale del prelievo, ovvero versa al fisco una quota maggiore del proprio reddito.

Come si dimostra il diritto alle detrazioni?

Come avviene anche per gli oneri deducibili, il contribuente è tenuto a conservare - fino alla fine del quarto anno successivo a quello della presentazione della dichiarazione - la documentazione che dimostra il diritto alla detrazione: ad esempio l’attestazione della banca sugli interessi del mutuo o le ricevute delle spese mediche.

Questo obbligo risulta semplificato con l’avvento della dichiarazione precompilata: se il contribuente accetta quella inviata dall’Agenzia delle Entrate non ci saranno più controlli sui documenti, mentre se la presenta, anche modificata, attraverso Caf o professionisti abilitati i controlli saranno a carico degli intermediari, salvo il caso di dolo da parte del contribuente.

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