Aveva fatto discutere, tanto, la norma precedente, che poi non era una norma di legge ma un’interpretazione amministrativa. Ma ora non piace a tutti nemmeno la nuova e più favorevole interpretazione della cosiddetta "disposizione eccezionale": ovvero il comma della legge Fornero che permette di andare in pensione a 64 anni (più 7 mesi per l’adeguamento all’aspettativa di vita) a coloro che nel 2012 avevano maturato la pensione di anzianità con quota 96 oppure (se donne) a 60 anni con la vecchiaia. Una sorta uscita di sicurezza che può alleviare il forte inasprimento dei requisiti ma che riguarda solo i lavoratori dipendenti del settore privato.
Ricapitoliamo tutta la storia. Cinque anni fa una circolare dell’Inps, su indicazione dei ministeri dell’Economia e del Lavoro, aveva interpretato la norma - ed in particolare il requisito lavorativo - richiedendo che gli interessati fossero appunto in attività come dipendenti privati il 28 dicembre del 2011, data di entrata in vigore della legge di riforma. Un’interpretazione un po’ tagliata con l’accetta che lasciava fuori chi nei mesi precedenti fosse rimasto disoccupato o avesse comunque cambiato lavoro.
Contro questa restrizione di tipo amministrativo e contro quella per certi versi analoga che riguardava l’opzione donna sono cresciute nel corso degli anni critiche e rimostranze. Nell’autunno scorso, in un clima più favorevole ad un’interpretazione flessibile della legge Fornero, il ministero del Lavoro prima e la stessa Inps poi hanno corretto il tiro: la nuova circolare stabilisce che potranno utilizzare la disposizione eccezionale e dunque andare in pensione un po’ prima anche coloro che nel fatidico giorno non lavoravano come dipendenti privati a condizione però di aver maturato al 31 dicembre 2012 la quota 96 (o la contribuzione minima di 20 anni per la vecchiaia nel caso delle lavoratrici) con i soli contributi versati come dipendenti privati.
Su www.irpef.info/pensionequando.html - la pagina di questo sito che permette di calcolare la data del pensionamento - è stata ora recepita la nuova interpretazione: viene quindi chiesta conferma della situazione contributiva, in alternativa allo status di lavoratore dipendente privato. L’allargamento della disposizione eccezionale ha comunque lasciato altri scontenti, perché tra i contributi utili non rientrano, oltre ai versamenti in gestione diversa, anche quelli volontari, da riscatto o figurativi non legati all’attività lavorativa. Qualcuno insomma non ce la farà comunque; chi invece ha diritto alla pensione in base alla nuova interpretazione potrà eventualmente anche far riesaminare la domanda respinta in precedenza.