Il decreto 78 del 2010, poi divenuto legge 122, ha trasformato profondamente le regole di uscita dal lavoro, sostituendo il precedente sistema delle finestre con un meccanismo piuttosto diverso che comporta di fatto un’attesa uguale per tutti indipendentemente dal mese in cui si raggiungono i requisiti, pari a 12 mesi per i lavoratori dipendenti e 18 per gli autonomi. Questo meccanismo si applica alle pensioni il cui diritto matura fino al 31 dicembre 2011. Dopo questa data non esistono più finestre.
Quali sono le principali differenze tra il vecchio ed il nuovo meccanismo delle finestre?
Il sistema delle finestre, nella vecchia versione, prevedeva che chi matura il diritto alla pensione in un dato semestre dell’anno (o trimestre, se le finestre sono quattro) debba poi attendere un certo numero di mesi dalla fine di quel periodo prima di poter andare effettivamente in pensione. In questo modo, ad esempio, chi matura i requisiti a inizio periodo, compiendo gli anni o raggiungendo l’anzianità contributiva richiesta, deve aspettare quasi sei mesi di più di chi raggiunge il traguardo negli ultimi giorni del semestre. Con il meccanismo successivo invece il periodo di attesa parte per ciascuno dalla data in cui si maturano i requisiti.
Da quando entrano in vigore le nuove finestre?
Dal primo gennaio 2011. Quindi chi matura i requisiti entro il 31 dicembre 2010 non è toccato e rientra nel vecchio sistema delle finestre.
È possibile fare un esempio pratico?
Ipotizziamo che un lavoratore dipendente maturi il diritto alla pensione di anzianità il 20 agosto 2010. Non è toccato dalle nuove regole e conseguendo i requisiti entro il terzo trimestre dell’anno vedrà aprirsi la finestra il 1 luglio 2011. Se lo stesso lavoratore matura invece i requisiti il 15 gennaio 2011 rientrerà nel nuovo regime e dovrà attendere dodici mesi (più i giorni necessari per arrivare al primo del mese successivo) e dunque potrà andare effettivamente in pensione il 1 febbraio 2012.
Con le nuove regole il periodo di attesa si allunga?
Mediamente sì. Nel caso della pensione di anzianità di circa 3 mesi, mentre per chi va in pensione di vecchiaia o ha raggiunto i 40 anni di contributi l’allungamento dei tempi è più drastico, visto che in precedenza con questo tipo di uscita l’attesa oscillava fra i 3 e i 6 mesi (da 6 a 9 per gli autonomi) e ora si passa a 12 (18 per gli autonomi).
Ma cosa succede tra la maturazione dei requisiti e l’apertura della finestra? Si deve continuare a lavorare?
La pensione verrà pagata dopo l’apertura della finestra: è naturalmente possibile lasciare il lavoro al momento in cui si maturano i requisiti ma in questo caso si resterà per un certo periodo senza stipendio né pensione. Se invece si continua a lavorare, i contributi versati andranno a migliorare il futuro importo della pensione; questo non avviene però, con il sistema retributivo, per chi ha già 40 anni di contributi: gli ulteriori versamenti saranno "regalati" al sistema.