Fine gennaio: con il primo stipendio dell’anno (come in precedenza era avvenuto per le pensioni) tornano anche le trattenute delle addizionali Irpef regionale e comunale. Queste voci infatti non sono presenti nella retribuzione di dicembre e nella tredicesima. Gli importi potrebbero quindi cambiare, per due motivi: o perché sono cambiati i compensi su cui l’imposta è calcolata, o perché vengono applicate differenti aliquote.
Da un paio d’anni per la verità le novità legate alle scelte di Regioni e Comuni sono limitate, perché è in vigore una disposizione statale che limita fortemente la possibilità degli enti territoriali di inasprire i tributi di propria competenza. Nel caso delle addizionali Irpef poi qualunque effetto positivo o negativo viene percepito a scoppio ritardato, con un ritardo temporale di un anno. Questo perché ad esempio nel 2017 i datori di lavoro trattengono a saldo - normalmente in undici rate - le addizionali relative all’anno fiscale precedente il 2016. C’è solo una parziale eccezione per l’addizionale comunale: una quota del 30 per cento viene trattenuta come anticipo per l’anno corrente: ma questo accade da marzo in poi, in nove rate. Ecco perché le trattenute comunali sono due.
Su Irpef.info è possibile calcolare sia le addizionali di competenza per il 2017, insieme all’imposta annuale (www.irpef.info/calcolairpef.html), sia le voci mensili nello stipendio o nella pensione (www.irpef.info/nettomese.html). Si può notare ad esempio che la riduzione dell’addizionale regionale disposta dal Lazio al di sopra dei 35 mila euro di reddito o l’introduzione nella Provincia di Trento di una detrazione di 252 euro valgono per il 2017 ma non hanno effetto sulle retribuzioni di quest’anno, sulle quali si paga a saldo il 2016.