Nel 2005, il sistema di agevolazioni fiscali per i figli e gli altri familiari a carico è stato rivoluzionato. Al posto delle detrazioni di imposta, sono state introdotte deduzioni dal reddito (poi destinate ad essere di nuovo abbandonate nel 2007). Nel sistema precedente al 2005 il "premio" fiscale per ciascun figlio era in linea di massima uguale per tutti (salvo una decurtazione per i redditi più alti). Con il nuovo meccanismo, in vigore negli anni fiscali 2005 e 2006, è stata invece applicata una deduzione decrescente, che si azzera al di sopra di circa 80.000 euro: oltre questa soglia il trattamento fiscale è identico a quello di chi non ha carichi di famiglia. C’è però un’ulteriore complicazione. L’andamento decrescente della detrazione per così dire interrotto dall’effetto dei salti di scaglione: al passaggio dell’aliquota, ad esempio dal 23 al 33, il vantaggio relativo aumenta. Graficamente l’effetto è quello di una curva decrescente ma con due gobbe.
L’effetto in famiglia - In questa situazione il beneficio per il contribuente diventa piuttosto erratico. E quasi del tutto imprevedibile è l’effetto per una famiglia in cui i due coniugi si spartiscono i vantaggi fiscali dati dai figli a carico. Come già avveniva negli anni passati, l’amministrazione fiscale concede infatti piena libertà di scelta: in pratica padre e madre possono decidere liberamente se spartire la deduzione al cinquanta per cento (o anche con percentuali diverse), o se attribuirla tutta all’uno o all’altro. Questa facoltà viene esercitata dai lavoratori dipendenti con l’apposita dichiarazione al datore di lavoro: la percentuale può comunque essere corretta in sede di dichiarazione dei redditi, momento in cui anche i lavoratori autonomi fanno la propria scelta. Da notare che il sistema è stato poi modificato dal 2007.
Come muoversi - Vediamo qualche esempio pratico. Una coppia con 3 figli, in cui uno dei redditi è abbastanza alto (75.000 euro) e l’altro medio (33.000) potrà risparmiare 1.976 euro attribuendo il 100 per cento della deduzione al genitore con minori entrate. Nell’ipotesi contraria lo sgravio sarebbe solo di 509, che diventerebbero 1.068 con una spartizione 50-50. In questo caso lo svantaggio per il reddito più elevato è evidente, a causa del progressivo ridursi della deduzione. Ma le differenze ci possono essere anche con due redditi medi, ad esempio di 35.000 e 25.000 euro, sempre con 3 figli. Qui conviene invece attribuire il 100 per cento della deduzione al reddito più alto, e la differenza con la soluzione opposta è di oltre 400 euro. Va segnalato infine che sono a rischio anche i redditi molto bassi, che possono non avere "capienza fiscale" per sfruttare la deduzione: l’imposta si azzera prima che il contribuente abbia usufruito dell’intero sgravio.